I governi mondiali e gli scienziati del mondo sono al lavoro per attuare contromisure finalizzate ad arrestare gli effetti devastanti che sta causando il nuovo coronavirus (COVID-19) responsabile di una pandemia globale.
Il 26 marzo 2020, il COVID-19 vede il coinvolgimento di oltre 400 000 infezioni e 18 000 morti in tutto il mondo, il 50% dei quali appartengono alla regione Europea.
Allo stesso tempo, la ricerca scientifica lavora senza sosta in questi ultimi mesi per trovare molteplici strategie terapeutiche contro CODIV-19.
Sono due i principali approcci terapeutici che si stanno intraprendendo.
Da un lato, la ricerca di farmaci a sperimentazione immediata e già in uso per altre patologie al fine intervenire sui pazienti attualmente colpiti in modo importante.
Dall’altro lato, studi più prolungati per identificare nuove molecole antivirali specifiche contro COVID-19, così come vaccini.
Tra i principali farmaci antivirali in uso sul territorio nazionale ci sono il Remdesivir, usato per Ebola e già somministrato mediante sperimentazione controllata in molti centri.
La Clorichina, contro la malaria che pare ostacolare l’attacco del virus COVID-19 alla membrana cellulare.
Il Camostat mesylate, farmaco che agiva efficientemente contro la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e usato per la pancreatite acuta.
Infine il Tocilizumab, noto trattamento dell’artrite reumatoide anch’esso già sperimentato nella SARS 2003.
Di recente, si è diffusa sui social media che anche la notizia che in aggiunta a questi trattamenti, come antivirale di pronto uso ha fatto clamore sui social media anche il Favipiravir o Avigan, farmaco antivirale autorizzato in Giappone da marzo 2014.
Tuttavia, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha voluto precisare che il medicinale non è attualmente autorizzato né in Europa né negli Usa, poiché servirebbe uno studio clinico controllato.
Infatti, l’AIFA sta attualmente verificando un protocollo sperimentale per valutare efficacia e sicurezza di questo trattamento.
Per quanto riguarda gli studi prolungati per trovare un farmaco specifico contro COVID-19, ricordiamo un anticorpo monoclonale capace di neutralizzare il legame con la proteina Spike del virus Covid-19, che tuttavia è ancora in fase preclinica e quindi non sull’uomo.
Mentre, si sta sperimentando l’efficacia di 2 diversi vaccini sull’uomo, e inoltre ben 48 differenti vaccini sono attualmente studiati in fase preclinica.
Dobbiamo riconoscere che la ricerca scientifica si sta mettendo al servizio di COVID-19 e che investire nella ricerca può portare a dei risultati importanti, probabilmente per molti casi vitali.
Biologa Mariachiara Mastropasqua